GALLERY
PROJECT
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1- Inquadramento territoriale Il Lago di Garda, cerniera fra le regioni del Nord-Est del Paese Lombardia, Veneto e Trentino Alto-Adige, sorge nell’ampio anfiteatro morenico nella parte meridionale alternandosi tra zone collinari e pianeggianti e nella parte settentrionale è delimitato dall’arco alpino. La conformazione del territorio, unica nel suo genere, ha creato un clima temperato continentale utile per coltivazioni come ulivi, viti e limoni che non sarebbero potute nascere a causa dell’alta altitudine. |
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Il Comune di Salò, collocato all’interno della Riviera Benacense, si affaccia sull’omonimo golfo ed è circondato alle sue spalle dai Colli Morenici che gli fanno da corona. Questo impianto morfologico colloca il borgo in una fascia stretta a ridosso del lago e delle montagne retrostanti, ponendo l’ingresso alla cittadina solo attraverso due porte antiche nella zona occidentale ed orientale. All’interno del borgo si generano contrade e vicoli che hanno a loro volta creato luoghi e piazze di aggregazione e di scambio ove è possibile in qualsiasi periodo dell’anno svolgere manifestazioni culturali che hanno reso la città di Salò un polo attrattivo e turistico di notevole importanza. |
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2- Inquadramento storico L’Archivio Antico del Regime fornisce un quadro urbanistico medioevale sufficientemente dettagliato del Burgum Salodi, all’interno del quale era sottolineata la presenza di una cinta muraria che contornava la parte abitata del borgo nella zona orientale e settentrionale, ma per quanto riguarda la parte occidentale arrivava fino alla metà dell’attuale Piazza Vittorio Emanuele II°. In quest’ultima l’accesso al lago era impedito dai muri delle abitazioni, per questo motivo l’area era profondamente scavata e predisposta ad allagamenti, motivo per il quale venne successivamente chiamata Fovea Fortilitii ovvero Fossa. Nel 1600, per sopperire a continui allagamenti e disagi, venne trasformata in Piazza, diventando successivamente nel 1700 il luogo d’accesso al borgo. Per una maggiore salubrità l’area, dopo la fondazione del monastero della Visitazione, divenne anche punto di sbarramento, dove le persone venivano lasciate in quarantene se affette da malanni. |
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Nel 1800 con l’arrivo della tranvia la Piazza Vittorio Emanuele divenne una fermata fondamentale per il collegamento commerciale e sociale tra la città e la zona del Lago di Garda. Agli inizi del ‘900, come si possono vedere da foto precedenti al terremoto del 1901, la Fossa era caratterizzata da un rigagnolo che divideva in due l’intera area. Dopo la calamità si decise di restaurare l’intera zona interrando il rigagnolo e ponendo nel centro un filare di alberi tutt’ora presenti nella piazza. |
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3- Il progetto di Viganò L’Architetto italiano Vittorio Viganò (Milano 1919 - ivi 1996). Attivo nei più vari settori della progettazione, dal design all'architettura e alla progettazione urbanistica, si è imposto nel panorama italiano per il rigore stilistico con cui ha saputo interpretare la tradizione moderna, senza rinunciare a una personale espressività. Le sue caratteristiche principali verranno utilizzate per dare forma al progetto del lungolago della Città di Salò tra il 1983 e il 1996. Nel suo primo approccio con la Riviera Laureata, ovvero contornata da lauro nobile e cultura, venne colpito dal verde delle montagne che circondavano il blu delle acque lago, dal vento, ma soprattutto dalla luce che rifletteva la costa frastagliata della riviera lacustre e risaltava il territorio unico nel suo genere. L’architetto ha preso spunto principalmente perciò dal rapporto tra il borgo e il lago concentrandosi su obiettivi fondamentali che riguardavano il suo intervento ovvero la sistemazione della maglia della viabilità, percorsi pedonali all’interno della cittadina e sul lungo lago, la pavimentazione orientata secondo il centro del golfo di Salò, l’arredo urbano e la connessione tra le sotto piazze create da lui stesso. La nuova identità ebbe origine da geometrie e prospettive studiate in planimetria le quali hanno portato al connubio tra territorio e forme sottolineate principalmente dalla pavimentazione e dai nuovi spazi creati nell’intero lungolago. Attraverso i suoi studi ed elaborati riuscì a ristabilire quel rapporto tra borgo e lago che si era perso durante il corso dei secoli. A causa della morte prematura dell’architetto il progetto non venne interamente terminato e la Piazza Vittorio Emanuele II° non realizzata secondo le sue direttive. |
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4- Descrizione Piazza Vittorio Emanuele II° La Piazza Vittorio Emanuele II° funge da elemento connettore tra spazi differenti caratterizzanti la Città di Salò, ovvero il centro storico, il lungolago e la zona di tessuto urbano di recente trasformazione. Attualmente la piazza è fortemente influenzata dalla presenza viabilistica con la presenza di due strade parallele permettendo un traffico circolare intorno al viale alberato centrale. Inoltre permette l’ingresso a posteggi e spazi di sosta per i veicoli a quattro e due ruote. L’accesso viabilistico avviene da Via Zambellino Bolzati nella parte inferiore e prosegue fino a quella superiore ove è possibile immettersi in due corsi, una verso Brescia e l’altra verso la Strada Gardesana. Solo la zona centrale della piazza è adibita a percorso e sosta pedonale e accoglie in maniera disordinata funzioni differenti come un edicola, un bar e il posteggio dei motocicli. |
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5- Progetto d’intervento La posizione della Piazza Vittorio Emanuele II° ha portato a considerare l’intero spazio come punto di raccordo e collegamento con zone disgregate della Città di Salò, come il lungolago, il Complesso Gasparo, e il centro storico. L’idea essenziale prende spunto dal mettere in relazione questi tre punti fondamentali della piazza, poiché rappresentano la parte inferiore, mezzana e superiore delle Fossa. Ampliando la piazza centrale e togliendo una strada carraia è stato possibile relazionare le tre zone principali attraverso la pedonalizzazione creando nuovi spazi di vivibilità e percorribilità all’interno della piazza. Con il nuovo assetto si è verificato un restringimento della strada verso il complesso Gasparo fino a metà della piazza, e alla totale eliminazione dei parcheggi esistenti nella parte opposta. Creando un’ipotetica linea è stato possibile connettere la piazza con l’intero assetto del centro storico e del lungolago attualmente bene definiti, la quale, influenzata dagli eccessi e dalle funzioni esistenti, si dirama creando sotto realtà differenziate dal posizionamento. |
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Questo si differenzia diventando pavimentazione, seduta, arredo urbano, fioriere, definizione di spazi per le attività commerciali presenti, culminando con il riassestamento della piazza di fronte all’orologio, zona attualmente molto sacrificata. La presenza di piccole piazze è caratterizzante all’interno il centro storico di Salò è stato uno dei punti fondanti anche nella progettazione del lungolago di Viganò. | |
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Ulteriore aspetto che sottolinea la conformazione della piazza riguarda la pavimentazione con il suo orientamento, infatti si è utilizzato un materiale già presente come il porfido, ma con differente forma e tessitura. Si sono definiti due tipi di pavimentazioni, la prima orientata verso il lago in Porfido Trentino di colore grigio e serve da immissione all’interno della piazza dalla zona inferiore; la seconda perpendicolare al Complesso Gasparo è composta da un Porfido Trentino misto e funge da collegamento con i due profili della piazza. La conformazione della nuova pavimentazione va ad inserirsi con l’unica realtà preesistente non modificata, poiché di notevole rilevanza e caratterizzazione, ovvero il viale alberato centrale. Per sottolineare la presenza di questi alberi secolari si sono create sedute e fioriere che non alterano l’aspetto formale del viale, ma interagiscono con essi definendo nuovi spazi di aggregazione. La piazza presenta una forte pendenza verso il lago, la quale viene volutamente mantenuta, poiché definisce un’assetto spaziale unico nel suo genere. Questa riflessione ha portato allo studio delle sedute e delle rispettive inclinazioni, necessaria all’aggregazione e alla socializzazione della vita giornaliera e notturna, indispensabile per le esigenze delle Città di Salò. |
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Pur progettando in maniera non troppo invasiva si è cercato di mantenere elementi fondamentali caratterizzanti la piazza attuale, come i due complessi che fungono da edicola e bar, i quali, dopo un ripristino, vengono riposizionati nella parte inferiore poiché considerata punto di snodo e d’incontro con il lungolago. Infine, la parte superiore è coronata con la creazione di una nuova piazza che sottolinea la presenza della porta di San Marco, antico ingresso alla Città di Salò, avvalorata dal posizionamento di una tensostruttura che permette da tutte le visuali di concentrare l’attenzione sulla torre dell’Orologio. Il materiale e la forma di questo nuovo elemento, differente dall’intero assetto della piazza, vuole riprendere la conformazione delle vele delle barche ricollegando l’apice della piazza con l’elemento fondante, ovvero il lago. La tensostruttura diventa luogo di manifestazioni temporanee, zone espositiva ed informativa, ma soprattutto luogo utilizzabile nella quotidianità come centro d’incontro e socialità. |
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in collaborazione con l'Architetto Tugnoli Luca
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